Venerdi' sera c'e' stata la conferenza stampa di Conte in cui ha annunciato il prolungamento del blocco fino al 3 maggio.
La conferenza stampa di Conte la sera del 10 aprile 2020
Presidenza del Consiglio dei Ministri (da Youtube)
Ha anche parlato dello stato della discussione all'eurogruppo che la notte precedente si era concluso con una mezza-vittoria per il fronte eurobond. mezza-Vittoria perche' si rimanda al consiglio dei capi di governo la definizione di finanziamenti legati alle spese sanitarie affrontate dagli stati europei per combattere l'epidemia di Covid19.
Conte parla a braccio, non utilizza - come veniva spesso in passato - i sermoni scritti da altri, quindi puo' anche fare qualche gaffe istituzionale se si fa trascinare - cosa umana - dalla sua incazzatura.
Bene ad un certo punto, ha accusato lega e fratelli d'italia (che ora vedono come il fumo il fondo europeo salvastati (MES) di aver fatto parte del governo Berlusconi quando fu introdotto nel 2012.
La reazione di Salvini e della Meloni e' stata immediata, ma la Meloni (o il suo staff) nel post scriptum ha dimostrato di non consultare a sufficienza le informazioni che internet rende disponibili.
La reazione di Giorgia Meloni alla conferenza di Conte
Ha detto che nel 2012 c'era il governo Monti e che quindi il MES era implicitamente una scelta del governissimo. QUesto e' un mezzo errore fino al 16 dicembre 2011 c'e' stato Berlusconi, e - anche se per lo stile paternalistico di Mr B. - e' probabile che lei - precedente ministro nel Berlusconi IV, ancora astro nascente della destra non bombarola (comunque vicina agli ex-bombaroli), non ne fosse informata, ma nel corso del 2011 l'italia aveva approvato il MES che era stato alla fine varato nel settembre 2012.
Monti, con la sua gestione lacrime e sangue, e' diventato presidente del consiglio il 16 novembre 2011 e non si e’ lasciato sfuggire la possibilita’ di fare un favore alla filosofia del pareggio di bilancio propugnata da Berlino.
Quindi il MES e' passato sotto Monti, ma e' stato "messo su" dal VI governo Berlusconi. Se si pensa che la ministra per i rapporti con Bruxelles era la Bernini (altra smemorata di ferro), ci si rende conto in mano a chi stavano le relazioni internazionali dell'Italia al tempo.